Piombino 2016 s.
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Il suolo racconta
Piombino, 25 agosto 2016
Resoconto della serata di giovedì. Al ritrovo, nonostante la defezione all'ultimo momento di due persone, siamo in dodici, grazie anche a due partecipazioni inattese e gradite e ad una mia amica che si è tirata dietro tutta la famiglia. Fra i partecipanti anche il nostro Andrea Grasselli. Sicché partiamo, tutti scalzi tranne due, che si scalzeranno lungo la strada. Risaliamo lungo il tratto di strada asfaltata, stretta e tortuosa, quindi con attenzione, fino al tornante da cui parte la via "Romanella", nel bosco, antico itinerario per Populonia. Si alternano tratti di terra battuta un po' sconnessi a tratti dove riaffiora il vecchio lastricato. Tutti procedono bene, nonostante la maggior parte siano alla prima esperienza scalza. Arriviamo quindi a ricongiungerci alla strada asfaltata, poco prima di Populonia. Dato che arriviamo nettamente in anticipo sulla previsione, decidiamo, tutti meno uno che deve lasciarci, di fare un ulteriore tratto su una strada bianca che ci conduce al cimitero. Dopodiché torniamo verso Populonia, dove ci salutano sei persone: due che approfittano dell'autobus che tornerà giù di lì a un minuto e l'altra famiglia che torna a Baratti ripercorrendo la stessa strada. Fra l'altro, la mamma ha problemi importanti alle ginocchia e, una volta arrivata giù, mi ha telefonato per dirmi che, contrariamente al solito, anche in discesa è andato tutto bene, senza alcun dolore.
Che dire... ogni volta viene sempre confermato che scalzi si va meglio ed appendere le scarpe al chiodo è la soluzione migliore e, soprattutto, gratuita per alleviare o risolvere del tutto diversi problemi, senza dover ricorrere a farmaci, plantari (ohibo!) o, peggio, interventi chirurgici.Noi cinque rimasti andiamo a visitare il castello, il cui ingresso ci viene offerto dal buon Andrea. Dopodiché ceniamo e torniamo giù a buio, con le torce, per la stessa strada dell'andata. Anche questo bellissimo. Dopodiché, non contenti, torniamo a Piombino, parcheggiamo e ci avviamo verso il centro per prendere un gelatone, dopodiché passeggiamo un po' e poi ci salutiamo.
Michele (Grand Choeur)
Campiglia, 21 settembre 2016
Causa intoppi e impegni degli altri, questa volta eravamo solo in tre: due che erano venuti anche l'altra volta, ed io. Quando siamo partiti ho messo nello zaino anche l'impermeabile perché in lontananza si vedevano nuvole minacciose e scarichi di acqua con qualche tuono. Percorso tranquillamente il primo tratto sterrato ed un breve tratto asfaltato, siamo poi entrati sul secondo e più lungo tratto sterrato, questo a tratti molto impegnativo perché con un lungo tratto inghiaiato da poco. La signora, ad un certo punto, si è ricalzata ma suo marito, non senza fatica, ha voluto farla tutta scalzo, fermandosi ogni tanto a riposare le suole. L'ho consigliato ogni tanto di controllarle ma la pelle ha sempre retto bene. Il temporale si avvicinava minaccioso e, per questo, rientrati definitivamente sulla strada asfaltata, dato che siamo solo noi, decidiamo, diversamente dal programma che prevedeva l'ingresso in paese, di deviare il percorso e riscendere a valle per un'altra strada, puntando verso casa loro, dove sono stato loro ospite a cena, dove abbiamo discusso degli aspetti fisici e sociali dello scalzismo ma anche di tante altre cose. Dopo siamo tornati a Venturina con l'altra loro macchina per recuperare le nostre e, alla fine, dopo tutto quel trambusto, non aveva fatto una goccia d'acqua.
Michele (Grand Choeur)