Piedologia
Scalzi? sì!
Il piede è una struttura molto complessa (qualcuno la definì un capolavoro di architettura): è composta da 26 ossa, 33 articolazioni e più di un centinaio di muscoli, tendini e legamenti.
Le ossa del piede si suddividono in tre gruppi:
- le 7 ossa tarsali (tra le quali si comprende il tallone o calcagno);
- le 5 ossa metatarsali;
- le 14 falangi (eh sì, l’alluce, come il pollice, ne ha solo due).
I legamenti sono formazioni di tessuto connettivo fibroso che collegano tra loro due ossa o due parti dello stesso osso: nel piede il più importante è il sistema della fascia plantare, articolato in tre archi, che decorre dal tallone alle falangi.
La funzionalità del piede dipende da numerosi muscoli:
- alcuni risiedono, almeno in parte, al di fuori del piede stesso e si definiscono “estrinseci”: i tibiali, i peronei e i muscoli del polpaccio (gemelli e soleo) che consentono di muovere tutto il piede;
- i muscoli intrinseci, dorsali e plantari, situati all'interno del piede sono quelli che muovono le dita.
I tendini sono formazioni simili ai legamenti, ma uniscono un muscolo a un elemento osseo: nel piede il più importante (e famoso) è il tendine di Achille.
Ovviamente sui manuali di anatomia troverete qualche informazione in più...
Dopo avere visto sommariamente come è fatto il piede, vediamo cosa fa.
Il piede ricopre varie funzioni:
- garantisce stabilità alla posizione eretta;
- permette la locomozione: camminare, correre e saltare;
- serve anche a reclutare molteplici informazioni propriocettive riguardo alla superficie di appoggio;
- è sede di una grande quantità di ghiandole sudoripare che favoriscono la termoregolazione.
Queste importanti funzioni il piede era progettato per svolgerle nudo.
Essendo un organo di buon carattere fa del suo meglio per svolgerle anche con le scarpe. Ma, come vedremo, con alcune inevitabili limitazioni.
Tra le varie funzioni del piede ci concentriamo sulla camminata: come si fa a camminare?
Una buona notizia: è un gesto complesso che comporta la contrazione ed il rilassamento coordinato di diversi muscoli, ma è un movimento naturale e spontaneo, che il cervello demanda normalmente al cervelletto ed al midollo spinale, mentre lui si occupa di ben altre questioni. Se vi togliete le scarpe, e questo sì è un atto volontario, il vostro corpo ritroverà rapidamente la camminata naturale, senza bisogno di un corso di barefooting.
Quindi quanto scriveremo a seguire è sostanzialmente inutile e vi invitiamo a non leggerlo e a passare ad un'altra pagina.
Quindi quanto scriveremo a seguire è sostanzialmente inutile e vi invitiamo a non leggerlo e a passare ad un'altra pagina.
Siete ancora lì? E allora vi meritate lo "spiegone"!
Nella camminata distinguiamo tre fasi: contatto, accettazione e spinta. E' naturale che camminando su una superficie piana il primo contatto sul terreno sia con il tallone (mentre non è così nella corsa): non siamo quadrupedi, che camminano perennemente sulle dita, né bambini ai primi passi che adottano una camminata "plantigrada" a caviglia quasi bloccata perché hanno problemi di equilibrio. Ma una frazione infinitesima di secondo dopo il contatto a piedi nudi scatta la fase di accettazione che è a carico degli archi plantari. Il tallone è un osso e anche relativamente piccolo. Non è fatto per ammortizzare il peso che grava sul piede nella fase di contatto (che qualcuno ha calcolato pari al 60% del peso corporeo). Appena sfiorato il terreno il suo compito si è esaurito e chiama i rinforzi. E' l'arco plantare che fa da materasso nella fase di accettazione e da molla nella fase di spinta, fase che si conclude poi con il fondamentale contributo delle dita. Perché ciò sia possibile, ad impedire di scaricare tutto l'impatto sul tallone, il vostro passo naturale sarà probabilmente un po' più corto del vostro passo "scarpato".
Ma tutto questo i vostri piedi lo sanno già.
Ma tutto questo i vostri piedi lo sanno già.