Senza limiti?
Scalzi? sì! > Livello 16
Con la dovuta prudenza e gradualità si può arrivare, volendo, ad affrontare anche situazioni apparentemente un po' ostiche: anche la neve può essere un'esperienza stimolante. Quindi non ci sono limiti fisici al barefooting? No, i limiti ci sono per tutti anche se sono soggettivi. Chiesero a Wim Hof, cultore del freddo a fini terapeutici e non a caso noto come "The Iceman": "Ti sei mai infortunato a causa del freddo?". "Si, una volta. Stavo correndo a piedi nudi sul ghiaccio in Lapponia. Faceva davvero freddo e ho avuto dei problemi di circolazione al 18esimo chilometro". Se non siete Wim Hof o Tom Perry, lo scalatore scalzo vicentino, avrete probabilmente dei limiti più "normali". Per quanto la pratica del barefooting contribuisca a rafforzare la suola dei piedi e a migliorare la capacità di termoregolazione, si arriva comunque ad un punto in cui caldo e freddo possono essere pericolosi (il freddo in modo anche più subdolo perché riduce la sensibilità). Quanto detto per le temperature vale anche per le caratteristiche fisiche del terreno; nessun barefooter di buon senso affronterebbe la discesa di un "ghiaione" in montagna a piedi nudi. Non mettetevi in situazioni senza via d'uscita soprattutto se non conoscete il percorso che dovete affrontare: nei mesi estivi nelle ore di maggior insolazione un paio di infradito di scorta possono fare comodo. E soprattutto affidatevi sempre all'ascolto del vostro corpo: noi andiamo scalzi per il nostro piacere non per scommessa o per sfida.