Fa bene a tutto il corpo
Scalzi? sì! > Livello 14
Il nostro corpo è una macchina incredibilmente complessa: tutte le parti sono in relazione tra loro. L’utilizzo delle scarpe provoca squilibri artro-muscolari che, partendo dai piedi, hanno riflessi negativi sull'intero organismo (e spesso ci troviamo a curarne gli effetti, e non sempre in maniera efficace, senza concentrarci sulla causa).
La scarpa impedisce il naturale funzionamento del piede:
1. il tacco ridistribuisce il peso in avanti sull'avampiede e induce l'accorciamento del tendine di Achille;
2. la sagoma, molto spesso inadeguata, limita il movimento delle dita;
3. la rigidità della suola non consente di utilizzare propriamente l'arco plantare come ammortizzatore (in fase di appoggio) e di molla (in fase di spinta);
4. la mancanza di contatto del piede col terreno priva il corpo di una quantità di informazioni che gli consentirebbero di adattarsi in tempo reale e distribuire adeguatamente il peso.
Chi paga il conto, oltre al piede stesso? L'impatto è sull'intero apparato osteo-muscolare ma i maggiori "contribuenti" sono le ginocchia e la schiena.
La colonna vertebrale presenta 4 curve (cervicale, dorsale, lombare, sacrale), che hanno la funzione di ammortizzare i traumi durante la camminata e la corsa. Una postura scorretta conduce all'accentuazione o all'appiattimento di queste curve e porta prima o poi al mal di schiena. Il tacco delle scarpe porta il bacino ad inclinarsi in avanti, causando per compenso una accentuazione della curva lombare. Se a questo aggiungiamo che la rigidità della scarpa riduce la capacità dell'arco plantare di ammortizzare i microtraumi della deambulazione e anzi, dandoci un falso senso di protezione, ci spinge ad allungare il passo e ad atterrare sul tallone ... Con questo non vogliamo certo dire che tutti i mal di schiena dipendano dall'uso delle scarpe, né che camminare scalzi sia il toccasana per ogni mal di schiena. Possiamo solo testimoniare che ad alcuni tra noi barefooters ne hanno tratto giovamento. Discorso analogo per le ginocchia: se l'avampiede, l'arco plantare, il tendine di Achille non sono messi nelle condizioni di lavorare come dovrebbero, passano buona parte delle incombenze, nella camminata come nella corsa, allo snodo successivo. E un ginocchio caricato di competenze che la natura aveva saggiamente distribuito, a lungo andare, potrebbe avere da ridire.
Il sangue pompato dal cuore verso le estremità del corpo deve successivamente ritornare al punto di partenza. La distanza e la gravità tendono a favorire il ristagno soprattutto negli arti inferiori. La contrazione e l’estensione dei muscoli impegnati nella deambulazione attivano le strutture vascolari del piede, una sorta di “secondo cuore“ che funziona come una pompa periferica e spinge il sangue a risalire. Questo sistema funziona perfettamente in condizioni naturali, vale a dire a piedi nudi. Scarpe e calze rendono più difficoltoso questo importante meccanismo.