Bosco delle Fate
Il Club > Livello 9
Lunghezza | 3,30 km |
Tipo: | Percorso ad anello |
Gamma altitudini | min. 697 m – max.786 m |
Dislivello massimo | 118 m. |
Difficoltà percorso | Famiglie |
Scalzabilità | Piacevole |
PAutore | Alfredo (RAlf) |
Data | 02/10/2021 |
I luoghi
Ci troviamo a Castel d’Aiano, in provincia di Bologna, sul crinale che separa la valle bolognese del fiume Reno da quella modenese del fiume Panaro. Il bosco delle fate è pieno di cose da vedere: la Casa delle Fate, la Tana dell’Uomo Selvatico, il Picco del Falco, la Giraffa e la Roccia di Munch. Tutto questo in un percorso breve, alla portata di tutti e che viene spesso utilizzato per spiegare la morfologia del territorio alle scolaresche tanto che all’interno del bosco è presente una area didattica con tavoli, panchine e cartelli informativi. Fra i tanti alberi c’è anche il castagno, presenza tipica di queste zone, ma qui non dominante, per cui il percorso è affrontabile con l’attenzione alle zone dove la pendenza crea accumuli e di conseguenza vale sempre la regola di guardare dove mettere i piedi. Pur essendo adatta anche ai bambini si consiglia sempre il controllo da parte degli adulti.
Come arrivare
Trovandosi Castel d’Aiano sul crinale fra le province di Bologna e Modena ci sono diverse direttrici che permettono di arrivare a questa località. Da Bologna, percorrendo la vallata del fiume Reno in direzione Porretta, seguendo poi le indicazioni dall’abitato di Vergato. Da Vignola, in provincia di Modena, prendendo la direzione Zocca e da qui seguendo le indicazioni stradali. Oppure risalendo la valle del Lavino (da Zola Predosa, Bologna) con direttrice Tolè e da lì Santa Lucia. Una volta superato il centro di Castel d’Aiano, in corrispondenza di una curva a tornante a sinistra, andare invece dritto sulla Via dei Piani e di seguito voltare a destra sulla strada (Via Castellaro) che scende al polo scolastico, dove lasciare la macchina nell’ampio parcheggio e sinistra delle scuole.
Sensazioni scalze
La superficie del sottobosco è umida e la temperatura piacevole. L’unico problema di questo particolare percorso, in cui c’è molto da vedere, è non farsi distrarre dalle diverse attrazioni e stare sempre attenti a dove si mettono i piedi. Si può in questo modo meglio apprezzare la superficie e l’ambiente circostante. Molta la presenza di escursionisti con famiglia al seguito il che rende il sentiero ripulito e sgombro da ogni ostacolo.
Il percorso
Dopo avere lasciato la macchina seguire la breve strada asfaltata tenendo le scuole a destra. Arrivati sul fondo si trova il primo cartello con direzione a destra. Si percorre un tratto erboso e si attraversa guadando un piccolo corso d’acqua dove esiste anche un ponticello in legno che però non sembra molto stabile. Si risale quindi sull’altro lato sino ad arrivare in poco tempo all’indicazione della Casa delle Fate sulla destra. In questo tratto è possibile, per la pendenza, la presenza di alcuni ricci di castagno. Si prende questa nuova direzione sino ad una nuova indicazione questa sulla sinistra. Si attraversa una passerella su un corso d’acqua e si giunge infine alla Casa delle Fate. Si tratta di una parete rocciosa in cui il tempo ha creato delle piccole rientranze come delle cellette in un alveare. Da qui si prosegue in salita sino ad un ulteriore bivio che si prende a destra arrivando alla Tana dell’Uomo Selvatico. Questa, in una conformazione rocciosa, è una apertura nella quale bisogna non entrare in quanto gli speleologi hanno appurato che l’antro prosegue e sprofonda per almeno una cinquantina di metri. Poco prima della Tana dell’Uomo Selvatico, una scalinata scavata nel terreno sulla sinistra conduce al Picco del Falco dove si apre fra gli alberi una finestra panoramica sulla valle sottostante. Si ritorna indietro tenendo sempre la destra e si arriva ad uno spiazzo con dei tavoli e delle panchine in legno. La prima cosa che si nota è la Giraffa, un tronco di castagno coricato con un ramo proteso verso l’alto che sembra proprio un collo e testa di giraffa. Si prosegue e in fondo è distinguibile una altra conformazione rocciosa le cui aperture creano un emozionante aspetto di faccia urlante tanto da essere chiamata la Roccia di Munch, in riferimento al pittore e al suo celebre quadro. Da questo punto si torna indietro tenendo sempre la destra passando per l’area didattica, di cui si è detto all’inizio. Si scende sino a riguadare il corso d’acqua (con ponticello instabile) e, dopo il tratto erboso, si torna alla macchina.
Note
Il territorio di Castel d’Aiano è una zona in cui durante l’ultima guerra passava la Linea Gotica e, essendo stata sede di aspri combattimenti, si trovano spesso indicazioni di questo genere per luoghi che possono essere visitati ma che sono tutti all’interno di boschi di castagno, con forte presenza di ricci, come il Monte Pigna, il Monte della Spe, la Quota 913 ed altro. In questi posti le piante hanno tutte la stessa età in quanto ricresciute dopo che i bombardamenti avevano completamente abbattuto gli alberi. Dalla località Santa Lucia passava inoltre l’antica Piccola Cassia, di cui Santa Lucia era sede di un hospitale, e nei pressi si trova ancora una fonte, utilizzata ancora oggi, a cui i pellegrini si dissetavano. Non lontano da Castel d’Aiano si trovano anche le Cascate di Labante, unico esempio in Italia con queste caratteristiche.